Fontana del Facchino

 

Negli ultimi decenni del Cinquecento, l'Acqua Vergine fu condotta in Via del Corso. Per questo motivo erano numerosi nella zona gli acquaioli, impropriamente detti "facchini". Il facchino, portatore d'acqua o acquarolo, per poche lire vendeva l'acqua presa con botti e botticelle dalle poche fontane funzionanti, o dal Tevere. Questo mestiere era molto diffuso prima del Papato di Gregorio XIII, quando si cominciarono a riparare gli antichi acquedotti romani. La fontanella anche in origine era addossata a Palazzo de Carolis, oggi del Banco di Roma, ma all'angolo su Via del Corso.

L'acqua però, originariamente, era versata dalla botte in un grande vaso ansato e, attraverso la bocca di una testa di leone, scolpita sul suo fianco, ricadeva nella vaschetta sottostante. Nel 1872 fu spostata nella posizione attuale. Luigi Vanvitelli nel 1751 la considerò opera di Michelangelo Buonarroti, ma molti ritengono che questa attribuzione non sia vera.

Altri storici pensano che sia opera del pittore michelangiolesco Jacopo del Conte che abitava nella casa sopra la fontana. La fontanella è costituita da una scultura di "facchino" che sorregge una botte o botticella. Dalla botte esce uno zampillo l'acqua che cade in una semplice catinella svasata.