Sotterranei del Vittoriano

 

Rilievi al VittorianoNel 2002 il gruppo speleologico del CAI di Roma e Roma Sotterranea esplorarono e rilevarono gli ambienti sotterranei al Complesso Monumentale del Vittoriano.

L’Altare della Patria, costruito fra il 1885 e il 1911, è uno dei monumenti più noti della nostra città. Esso nasconde, però, una realtà sotterranea di cui ben pochi sono a conoscenza: una cava di tufo, riutilizzata come rifugio antiaereo, ed una serie di strutture idrauliche arcaiche.
La presenza di ambienti di cava per l’estrazione del tufo nel cuore della città non deve stupire poiché, anche se la maggior parte delle cave per l’approvvigionamento di materiale da costruzione erano realizzate al di fuori dell’Urbs, alcune di esse, di dimensioni più ridotte, sono state identificate in zone centrali di Roma.
All’interno delle cave sono visibili enormi sostruzioni in laterizio, frutto di un’opera di consolidamento e ricostruzione del colle resasi necessaria per la realizzazione del Vittoriano, cosicché “le volte dei cunicoli, delle cave, dei passaggi scavati dall’uomo fin da epoca immemorabile nelle viscere del colle furono assicurati da possenti costruzioni e quella zona era stata trasformata da un insicuro ammasso cavo di arene e di argille in una piena e solida base perché potesse sostenere le tonnellate e tonnellate del materiale aulico di cui sarebbe stata ricoperta »1.
Un numero notevole di corridoi, aule, gallerie vennero così a formarsi sotto il secondo gradone del monumento, spazi oggi utilizzati come aree espositive o musei.
Tale opera di rinforzo ha però completamente modificato l’assetto originale delle cave, al punto che ad oggi non è possibile stabilire né quanti e né quali fossero gli originali accessi, nonché i punti di asporto del materiale da costruzione, nè è possibile dire quando siano state realizzate, anche se un’indicazione di massima viene dalla considerazione che tali ambienti hanno intersecato e distrutto parzialmente alcuni complessi idraulici preesistenti. Pozzo al Vittoriano
Alcuni pozzi, infatti, appartenenti a tali complessi idraulici, sono occlusi con materiale di riempimento antico databile verosimilmente intorno al II sec. d.C. Ciò permette di stabilire, con una discreta tolleranza, che lo sfruttamento e la realizzazione di tale cava, almeno nella sua massima estensione, non si ebbe prima del II sec. d.C.
In occasione dell’ultimo conflitto mondiale le cave furono trasformate in un organizzato rifugio antiaereo. Il monumento e la  roccia sovrastante rendevano il rifugio sufficientemente sicuro anche agli attacchi di bombe pesanti. La posizione, in piena zona archeologica, era inoltre particolarmente privilegiata. L’allestimento del rifugio comprendeva un posto di pronto soccorso, fornitura di acqua potabile, uscite di sicurezza, delle panche solidali con le pareti e servizi igienici.
Fra le varie epigrafi rinvenute sui muri dell’area adibita a rifugio, particolarmente toccanti alcune che testimoniano il difficile momento vissuto dall’intera città: “Fame da lupo”, “Doppia fame” o “Fettuccine”.
Interessante un’epigrafe, che a fianco al nome dell’autore riporta una data tristemente nota: il 19 luglio 1943, giorno del primo bombardamento sulla città che fece 1500 morti. Anche l’ora riportata coincide con l’evento: “Ore 11.10”; la prima bomba fu sganciata sul Piazzale del Verano alle 11.03.

Come accennato in precedenza, sono inoltre presenti alcune strutture idrauliche, due delle quali descritte qui di seguito.La prima è una cisterna cunicolare, per la raccolta e conserva soprattutto di acqua piovana: la stessa era convogliata tramite apposite canalette in tufo; il prelievo avveniva tramite pozzi. Data la sua collocazione, servì probabilmente all’alimentazione del Campidoglio e la sua realizzazione data precedentemente al 126 a.C., anno in cui fu portata a Roma l’acqua Tepula, che grazie alla sua elevazione, alimentò anche il primo colle della città.
Il secondo è un condottoSotterranei del Vittoriano presente a circa 15 metri di profondità, sotto gli ambienti di cava che collega la zona del Campidoglio, tagliando trasversalmente tutto il monumento, al lato nord di Piazza Venezia. È probabilmente un condotto molto antico per il trasporto dell’acqua, con una pendenza dell’1%. Nel tratto percorribile - circa 120 metri - sono visibili un pozzo d’ispezione rettangolare, due discenderie anch’esse relative al periodo di realizzazione del condotto e il punto di incontro delle due squadre di escavatori, con l’errore e la successiva correzione di direzione, effettuata per congiungere i due tratti del condotto. Esso appartiene, con tutta probabilità, ad un noto e ben più vasto complesso idraulico presente sotto il colle del Campidoglio.
Il condotto, come tutti gli altri presenti nei sotterranei del monumento, fu tamponato per evitare accessi indesiderati dall’esterno.

1.  B.Tobia, L’altare della Patria, Il Mulino, Bologna –1988 - pag.45


per Roma Sotterranea, Adriano Morabito


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