PUOI SEGUIRCI ANCHE SU...
Facebook Twitter YouTube Flickr Flickr RSS
RICERCA NEL SITO
Cerca:
Biospeleologia

 


Un tipico esempio di organismo eterotrofoStudia le forme e le condizioni di vita negli ambienti ipogei, compresa la loro evoluzione.

L'ambiente ipogeo in genere è caratterizzato dall'assenza di luce, per cui tutti gli organismi autotrofi fotosintetici (alghe e vegetali superiori) vengono a mancare nell'ecosistema.

Tali organismi posssono tuttavia svilupparsi negli ambienti ipogei provvisti di impianti di illuminazione artificiale. La flora è rappresentata da specie che prediligono ambienti oscuri ed una elevata umidità dell'aria e del substrato.
 

Cianobatteri e Alghe
Sono microrganismi unicellulari fotosintetizzanti e rappresentano i colonizzatori primari del substrato lapideo. Per il loro metabolismo necessitano solo di acqua, luce e sali minerali. Possono avere una organizzazione coccale o filamentosa e vivere isolati o riuniti in colonie di diverse forme e dimensioni. Il loro sviluppo determina la formazione di patine variamente colorate, spesso di aspetto viscido o gelatinoso. Essi provengono dall'esterno con le correnti d'aria o con il terriccio introdotto dal passaggio dell'uomo o di animali.


Muschi ed epatiche

Si tratta di vegetali di ridotte dimensioni, caratteristici di ambienti assai umidi e poco illuminati, che possono svilupparsi in modo anche assai rigoglioso su pareti illuminate artificialmente. Alcune specie di muschi, che vivono in zone interessate da stillicidi, sono anche incrostanti: la piantina si ricopre infatti di uno strato bianco di carbonato di calcio e può nel tempo arrivare alla formazione di spesse incrostazioni calcaree. Il loro sviluppo inizia dalla germinazione delle spore che giungono nell'ipogeo dall'esterno, veicolate dai moti d'aria, o dalla frammentazione di sottili filamenti (protonemi) che si staccano dalle porzioni basali delle piantine adulte.

Esempio schematico del ciclo alimentare in ambiente ipogeo

Piante

Le specie vegetali presenti negli ipogei sono limitate nel numero e nella copertura da esse determinata. Sono più frequenti nella zona liminare, cioè più vicina all'esterno, ove è presente un livello di illuminamento alquanto elevato. In genere sono sterili e di dimensioni ridotte rispetto agli esemplari cresciuti in esterno e spesso presentano modificazioni nella forma delle foglie e nel contenuto in clorofilla. Le felci rappresentano le piante più diffuse negli ipogei e sono in grado di svilupparsi anche in ambienti illuminati artificialmente.

Tuttavia una più generica classificazione è possibile in funzione di determinate caratteristiche, come:

  • Caratteristiche delle cellule: in cellula procariota (tipica dei batteri) caratterizzata dall'assenza di nucleo e in cellula eucariota (caratteristica di tutti gli altri organismi) in cui vi e' presenza di nucleo.
  • Numero di cellule: monocellulari sono gli organismi costituiti da una sola cellula e pluricellulari quando costituiti da piu' cellule.
  • Tipo di metabolismo vengono quindi distinti in autotrofi ed eterotrofi.

Autotrofi

Sono gli organismi che si nutrono da soli, ossia chemiosintetici quando utilizzano l'energia chimica proveniente dalle reazioni chimiche di ossidazione dei composti inorganici ed organici, oppure fotosintetici quando utilizzano l'energia luminosa per decomporre i composti organici.


Eterotrofi

Sono gli organismi che si nutrono degli altri. Sono tali i batteri, miceti e protozoi, i parassiti oppure animali quali erbivori, carnivori, ecc.

L'ambiente ipogeo e' in genere caratterizzato dall'assenza di luce, per cui tutti gli organismi autotrofi fotosintetici (alghe e vegetali) vengono a mancare nell'ecosistema.
Primeggiano cosi' gli organismi eterotrofi, i quali sono capaci di nutrirsi di sostanza organica elaborata nell'ambiente epigeo (esterno) e penetrata nel sottosuolo o trasportata dall'acqua oppure come costituente degli escrementi degli animali che frequentano l'ambiente. Segue una breve rassegna dei regni di cui possono far parte gli organismi che frequentano gli ambienti ipogei:


Batteri

Recentemente sono stati scoperti i calciobatteri su concrezioni. I batteri responsabili di annerimento delle concrezioni sono eterotrofi. Le comuni specie arrivano nelle cavità prevalentemente con la sostanza organica disciolta nelle acque, spesso inquinate. Tale fenomeno e' particolarmente evidente negli ambienti ipogei poco profondi o situati in aree geografiche particolarmente antropizzate. Quando si tocca una concrezione essa annerisce e non si accresce, cio' dipende dal fatto che sulle mani di ognuno di noi si trovano tracce di sostanza organica ed un'abbondante flora microbica che puo' continuare a vivere, una volta depositata e soprattutto a riprodursi, trovando condizioni d'umidità favorevoli.
La patina batterica che si viene a creare e' di natura grassa e non permette l'ulteriore deposito dei sali (carbonato di calcio).


Miceti

Per la maggior parte sono saprofiti e quindi rinvenibili su materiale organico in decomposizione, come morbida ovatta (mucor mucedo, la comune muffa del pane) o con il caratteristico carpoforo dei asidiomiceti su rami ed escrementi.
Alcuni sono parassiti come il mucor stolonifer che si nutre dei succhi che fuoriescono dell'addome di alcuni insetti o muffe responsabili della pneumicosi degli archeologi (muffa che vive nelle tombe egiziane e che parassita i polmoni con conseguenze letali).


Batteri

Senza dubbio dal punto di vista dei rapporti tra viventi piu' interessanti risultano gli animali delle grotte, tanto che sono stati considerati per lungo tempo oggetti di natura straordinaria, ma nello stesso tempo semplici oggetti di curiosità scientifica a causa delle loro caratteristiche morfologiche (cecità, appendici spropositate, pallido colorito) e delle condizioni di vita estrema. Solamente negli ultimi anni, in contemporaneità con i progressi nello sviluppo tecnologico e scientifico sono stati completamente rivalutati, tanto da rovesciare la posizione nell'ambito della scala d'importanza per lo studio degli organismi ai fini della formulazione delle piu' attuali teorie di Genetica ed Ecologia.

Da notare la depigmentazione di questo particolare organismo troglobo
Troglobi

Possiedono le seguenti caratteristiche adattive:

  • Morfologiche:
    • Cecità o microftalmia (nascono gli occhi che poi regrediscono)
    • Ali regredite o saldate
    • Depigmentazione
    • Falsa fisogastria (aumento delle dimensioni dell'addome) e specializzazione degli organi sensoriali
    • Allungamento degli arti e appendici
    • Aumento del volume delle uova
    • Aumento della variabilità genetica
  • Fisiologiche ed etologiche
    • Rallentamento del metabolismo
    • Rilasciamento e degenerazione dell'attività circadiana
    • Bassa fecondità
    • Alta longevità
    • Riproduzione esclusiva in grotta

I troglobi sono quindi piu' in generale degli organismi che hanno i loro antenati comuni con le attuali specie epigee ma su cui ha agito l'evoluzione in ambienti confinati mediante comparsa cosuale di mutazioni genetiche e selezioni degli organismi piu' adatti per l'ambiente che si e' venuto a creare.

Tra i fattori che favoriscono il perdurare di una mutazione, particolare importanza riveste l'isolamento. Tutte le caratteristiche sopra riportate sono il risultato di mutazioni avvenute in tempi remoti e su cui ha agito la selezione naturale e cioe' la sopravvivenza del piu' adatto all'ambiente in questione. Inoltre considerando che le reazioni chimiche avvengono tanto piu' velocemente quanto piu' e' elevata la temperatura (fino ad un massimo di 50^ C), si comprende perche' il metabolismo risulta rallentato e quindi la durata della vita e' piu' lunga.


Troglofili

Sono animali che vivono nelle grotte, ma che si possono trovare anche all'esterno, in ambienti che offrono condizioni ecologiche analoghe.
Le caratteristiche di tali organismi sono:

  • Si alimentano di sostanze di provenienza esterna o direttamente all'esterno
  • Possono trascorrere in grotta anche lunghi periodi o stagioni (letargo invernale)
  • Si possono riprodurre anche in grotta
Particolari morfologici e funzionali dei Chirotteri (comuni pipistrelli)

Si dividono in:
  • Subtroglofili: entrano in grotta in particolari momenti, ma non hanno particolari adattamenti. Lo sono le zanzare, che entrano negli ambienti ipogei d'estate perche' il clima esterno e' troppo secco ed in inverno per trascorrere il letargo. I ragni invece si trovano in prossimità degli ingressi dove cacciano.
  • Eutroglofili: possono presentare particolari adattamenti all'ambiente ipogeo. Sono depigmentati, possono presentare riduzione degli occhi, delle ali e del tegumento
  • Troglosseni: Vivono in grotta come ospiti occasionali, giuntivi accidentalmente. Presentano quindi forme terrestri o dolciacquicole, mentre i gruppi strettamente marini, salvo qualche notevole eccezione, sono assenti.
  • Pipistrelli: Sono mammiferi appartenenti all'ordine dei Chirotteri, che a sua volta è suddiviso in due sottordini, megachirotteri e micrichirotteri: i primi sono tipici dei paesi africani, i secondi tipici della fauna europea.

Usano le grotte come luogo di sverno, riproduzione e rifugio. Sono adattati al volo grazie ad una membrana alare o patagio, sottile, elastica, estesa tra il corpo e gli arti, particolarmente tra le dita molto allungate dell'arto anteriore, soltanto il pollice provvisto di unghia, rimane libero. L'arto posteriore e' notevolmente piu' corto di quello anteriore e la dentatura e' completa.

Alcuni aggrediscono anche uccelli e mammiferi (vampiri nel Messico) e ne succhiano il sangue. Conducono vita notturna e cadono in letargo durante il quale il metabolismo viene ridotto al minimo (da 200 atti respiratori al minuto, si scende a 30). Vivono in colonie e migrano per centinaia di chilometri. Oggetto di particolare curiosità è il radar con il quale sono in grado di captare oggetti ed ostacoli a distanza emettendo ultrasuoni. Il padiglione auricolare funge da antenna ricevente ed il trago è sul focus del paraboloide. Hanno una formidabile memoria dei luoghi in cui vivono e vivono per oltre 25 anni.