All’interno del Parco della Marcigliana, a nord di Roma, negli anni ’70 fu rinvenuto un vasto sito archeologico, che solo negli anni’80 fu identificato con l’antica Crustumerium, una della città più antiche del Lazio protostorico (la sua fondazione si attesta intorno al X e IX secolo a.C.). L’identificazione fu possibile grazie alle fonti antiche, che fra l’altro indicavano la sua distanza da Roma lungo la Via Salaria.
La città latina, gemella di Roma prima, quindi sua suddita, e poi ridotta ad una postazione funzionale al controllo militare dell’Urbs sui territori posti a Nord, sembra sia stata fondata o dai Sabini, o dai Latini o da Alba Longa. A Crustumerium è legata la leggenda del ratto delle Sabine: è infatti una delle città da cui provenivano le ragazze rapite. Virgilio la ricorda nell’Eneide fra le città che fabbricavano le armi per le popolazioni dell'Italia centrale in guerra contro Enea: "Cinque grandi città forgiano i dardi sulle incudini: la forte Aténa, Tivoli la superba, Crustumerio, Ardea e la turrita Antemna". Raggiunge l'apice della sua fioritura nei secoli VII° e VI° a.C., Il suo declino è segnato, alla fine del V sec., dalla inarrestabile espansione di Roma.
Attualmente l'area della città antica è conosciuta, solo nelle grandi linee, grazie a ricognizioni di superficie e a sporadici scavi della Soprintendenza che hanno tuttavia permesso la scoperta di circa duecento sepolture, principalmente a fossa, dalle quali provengono la maggior parte dei reperti rinvenuti, principalmente corredi funebri composti da bronzi e ceramiche, queste ultime in prevalenza vasi, originali per forma e caratterizzati da figure pittoriche dalle colorazioni rosse. I reperti più antichi risalgono all'età del bronzo e alla prima età del ferro.
Gli scavatori clandestini negli scorsi decenni sono riusciti a depredare migliaia di sepolture (numerosi oggetti di notevole valore sono comparsi recentemente nei mercati antiquari esteri), causando ingenti danni al patrimonio scientifico e compromettendo in parte la ricerca futura.
Crustumerium è l'unico centro dell’antica civiltà laziale non compromesso dalla moderna urbanizzazione e il paesaggio è straordinariamente conservato. Tutta l’area dell’abitato, delle necropoli circostanti e parte del territorio dell’antico centro per un’estensione di circa 440 ettari, è tutelata ai sensi delle leggi 1089/39 e 1497/39. Un settore di 58 ettari comprendente parte delle aree funerarie di Monte Del Bufalo e Cisterna Grande è stato acquistato dalla Pubblica Amministrazione nel 1998.
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