Dopo quattro anni di restauro apre al pubblico la cosiddetta Aula XI, che aveva la funzione di serbatoio di raccolta d'acqua per le attività balneari delle Terme di Diocleziano, le più grandi e maestose dell'antichità.
"Durante i lavori di consolidamento e pulizia abbiamo rinvenuto inedite tracce di riuso dell'aula - racconta la direttrice delle Terme Rosanna Friggeri - Non solo le aperture presenti in origine sono state tamponate con imponenti contrafforti ma sono state riportate alla luce anche le battute di cocciopesto che rivestivano il pavimento e le murature fino ad un'altezza di oltre cinque metri. E il cocciopesto era il tipico materiale che si usava per rendere impermeabile un ambiente".
"Quest'aula veniva usata come una vera e propria vasca di raccolta - aggiunge la direttrice dei lavori Marina Magnani - per incrementare la portata d'acqua della natatio, ossia la grande piscina scoperta. Probabilmente quando entrarono in funzione a pieno regime le terme, la botte di Termini, progettata per fungere da serbatoio di alimentazione idrica, risultò insufficiente. Quindi l'aula venne riadattata quasi subito".
Al centro dell'aula, sul pavimento "galleggiante", sopraelevato rispetto all'antico piano di calpestio (che rimane visibile da lastre di cristallo), torna visibile - dopo cinquant'anni di custodia nei depositi della soprintendenza statale - il grandioso mosaico di Ercole del II secolo d. C., considerato, con i suoi 80 metri quadrati di estensione, tra i più grandi di Roma. Rinvenuto nel 1931 nella villa di Nerone ad Anzio, sfoggia una trama di eleganti volute che incorniciano Ercole mentre stringe vittorioso il corno appena strappato dal capo sanguinante del dio fluviale Acheloo.
Fonte: La Repubblica Roma.it