La mostra, allestita grazie al contributo fondamentale della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, illustra, attraverso sessanta opere, provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, le conquiste e i progressi compiuti nel nostro paese in difesa del patrimonio artistico. Ideata da Adriano La Regina, la mostra affronta inoltre il tema della salvaguardia del paesaggio e dei beni culturali in Italia.
Prodotti dall’azione dell’uomo e frutto della creatività, i beni culturali sono parte integrante della memoria sociale, dell’identità collettiva e del senso di appartenenza dei popoli. Le leggi italiane che disciplinano questa materia sono tra le più rigorose nel mondo. La nostra è una legislazione antica, perfettibile, ma sicurmente garante del fatto che il patrimonio artistico pubblico è proprietà dei cittadini in quanto titolari della sovranità popolare. Nella nostra concezione è lo Stato che si premura di tutelare il paesaggio e il patrimonio culturale, pubblico e privato, promovendone – almeno sulla carta- anche una migliore conoscenza attraverso la ricerca. In base a questa ratio storica e giuridica, le opere d’arte di proprietà pubblica sono inalienabili. Questi i principi essenziali di una cultura della conservazione che è penetrata -o quantomeno dovrebbe penetrare- nella coscienza civile prima che nella normativa giuridica. Idee antiche che appartengono ad una lunga tradizione e che vede il suo massimo compimento nelle idee dei nostri Padri Costituenti che si palesano nell’articolo 9 della Costituzione, secondo cui: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
Al Colosseo -luogo simbolo che è sopravvissuto nel tempo a numerose spoliazioni e distruzioni- sono riuniti sessanta capolavori archeologici come l’Arringatore dal Museo Archeologico di Firenze, alcuni frammenti delle metope di Selinunte da Palermo, le statue di filosofi dal Gruppo della “galleria dei sapienti” del giardino Ludovisi provenienti dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e dall’ambasciata Usa di Roma, il rilievo con la Nascita di Bacco da Budapest, l’Hestia Giustiniani dalla collezione Torlonia, la bellissima Niobe della Villa dei Quintili, per la prima volta esposta accanto alla sua testa identificata di recente in Polonia.Tutti raccolti insieme per una disamina sul concetto della salvaguardia del paesaggio e dei beni culturali.
Alla fine del percorso è presente un focus sull’attuale politica del Ministero che recentemente ha coinvolto le istituzioni straniere per la restituzione dei capolavori italiani entrati illegalmente nei circuiti dell’arte.
Una mostra per gli addetti ai lavori, ma anche per tutti coloro che hanno voglia di sapere, avendo a cuore il nostro patrimonio culturale.
Dal 3 ottobre 2008 al 15 febbraio 2009 presso il secondo ordine dell’Anfiteatro Flavio.
Orari 8.30 - 18.30 dal 3 ottobre al 25 ottobre;
8.30 - 16.30 dal 26 ottobre al 15 febbraio.
Chiuso: 1 gennaio, 25 dicembre.
La biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: Intero €11,00; ridotto € 6.50 Il biglietto consente l’accesso anche alle aree del Palatino e del Foro Romano.
Catalogo della mostra: Electa.
Per maggiori informazioni http://archeoroma.beniculturali.it/node/545